Ristorante Cavallino: storia italiana qui risiede il concentrato e il simbolo per eccellenza del Made in Italy nel mondo. Siamo a Maranello, Emilia Romagna. Terra di tradizione e buon gusto. Una grande e storica azienda, il voler far bene sempre e comunque. La resilienza e l’operatività, il saper fare italiano qui ha avuto certamente la sua massima espressione.
Pit stop doveroso per degustare la cucina di Chef Riccardo Forapani, scuderia Bottura e della sua squadra. Questa è una storia di entusiasmo ma prima di tutto affiatamento. Oseremo dire che l’esperienza presso Ristorante Cavallino è quel grand chelem ai quali molti ambiscono.
La maestria di Chef Forapani è un carico aerodinamico molto equilibrato. Piacevolezza della sperimentazione mantenendo saldamente i piedi ancorati ad una base solida e territoriale. Nel menù muovendo dalle classiche tagliatelle al ragù potrete astrarre e farvi trasportare in un giro più veloce, se così possiamo definirlo, per raggiungere vette di piacevole astrazione.





Ristorante Cavallino e Chef Forapani hanno la propria cellula di sopravvivenza nell’idea che qui tutto fonda: il recupero. Non buttare nulla. Detto in uno dei poli più importanti di eccellenza e lusso mondiali fa un certo eco. A sostegno di questo la bellissima collaborazione con la Cooperativa Agricola Buccia centrata sulla coltivazione bio dinamica e volta al recupero di ragazzi svantaggiati. Gli stessi scarti delle verdure vengono trasformati in brodi e concentrati o la foglia del sedano che diventa un olio oppure il pane raffermo riutilizzato negli spaghettoni con il caviale.
Già solo con quanto scritto sopra il ristorante può raggiungere un hat-trick ma il “rivoluzionale” – come definisce Chef Forapani la sua cucina – è portato a compimento riconoscendo primaria importanza all’Emilia e alla salvaguardia stessa del territorio. Basi e radici nonché tradizione come massima libertà di espressione. Le origini come formazione primaria e identitaria.




Possiamo definire Ristorante Cavallino in pole position? Sicuramente nel panorama globale (ebbene sì, qui l’utenza è ovviamente mondiale!) è quel testa rossa che sa distinguersi e diventare cellula di sopravvivenza del forte messaggio che porta nel mondo. Il lusso non è ostentazione ma esaltazione, di cosa? Del prodotto, delle origini, della semplicità. Il saper sorridere non è naturale, soprattutto in certi ambienti ma è qui un biglietto da visita forte e ben distinto.
Il restaurant manager Luis Diaz ha la freschezza di un ragazzo, quell’aria da universitario studioso e impegnato. Questo aspetto permea la sua strategia e visione fatta di dedizione. La primaria funzione di mettere a proprio agio l’ospite. La professionalità è per lui un assoluto fondamentale e traspare anche dal suo equilibrato linguaggio non verbale. Una delle doti più importanti per il ruolo che ricopre è la capacità di saper leggere, da subito, il cliente appena varca la soglia del ristorante. Una sfida complicata.







Ristorante Cavallino: storia italiana con un’atmosfera da trattoria modenese che invita a scoprire i sapori e la storia dell’Emilia Romagna.
Per Viacolbento tra un bouquet (zucchine, spinaci, bietole, salicornia e aceto di cavolo rosso), ostrica (con spinaci, burro, Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi e aglio dolce) e poi una pasta mista di Gragnano (patate, cozze, limone e mandorle) ma senza tralasciare pasta, pane, caviale (spaghettone Felicetti, brodo di pane e caviale Calvisius Oscietra). Siamo in Emilia? E allora ecco a voi ravioli (ripieno di pomodori confit, ricotta di bufala, burro e acqua di mozzarella). Prima di concludere: cipolotto fondente grigliato (cipollotto grigliato, olio di acciughe e tartufo nero).







Il dolce? Un pre dessert tributo ed esatta riproduzione e miniatura di un modellino Ferrari per poi concludere con una meravigliosa zuppa inglese e un savarin al limone.
Piatti con una struttura perfetta, bellissimi allo sguardo (e il tocco dato dalle colorate e monocromatiche ceramiche Richard Ginori è sicuramente un plus). Gusti nitidi, piacevolezza al palato e quel saper condire le verdure da rendere interessante anzi, molto interessante, un mazzetto di “erbe di campo”. La bellezza della genuina semplicità.
Afferma Chef Riccardo Forapani: “Qualità, servizio e attenzione a ogni tipologia di clientela sono possibili solo con un grande lavoro di squadra”. La sua cucina può declinarsi in tre aggettivi: tradizionale, “rivoluzionale” e passionale ma anche se vogliamo azzardata, come afferma lo stesso chef, per esempio quando qui si farciva l’anguilla con il piccione. Giocare e sperimentare, con equilibrio, riscontrando nel tempo apprezzamento da parte del cliente è forse la soddisfazione più grande.





La squadra di Chef Forapani e di Cavallino Ristorante va a coronare l’offerta Ferrari. Quello che passa è una cucina solida, con piacevoli rimandi all’universo del Maestro Bottura e il voler costruire rapporti fondanti sull’umanità spingendo tutta la squadra nella stessa direzione. In pista una brigata giovane che non teme la competizione. L’affiatamento fa certamente la differenza ma ciò che più conta è, almeno agli occhi del cliente, il sentirsi bene seduti a tavola. Accolti. Ben voluti.
Ristorante Cavallino: storia italiana e un piacevole brivido come salire su di una Ferrari, per la prima volta nella vita.
Buon appetito!
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