RISTORANTE LA CRU: IL FUTURO ABITA QUI

RISTORANTE LA CRU: IL FUTURO ABITA QUI

Ristorante La Cru: il futuro abita qui poichè non potrebbe avere un altro domicilio. Il concetto di cucina che si unisce anzi si fonde con la natura circostante in un connubio di incredibile verità. Un orto a tendenza bio dinamica custodito e accudito da Liliana che potremmo definire un’asceta. Fare la sua conoscenza corrisponde a chiudere i conti con il passato e con le false credenze e rimettersi in gioco per un mondo migliore e più naturale. La sua sapienza e il suo approccio sono ancore di salvezza che come la gramigna dovrebbero invadere il mondo.

La visione di Chef Giacomo Sacchetto e sicuramente il contributo di Liliana hanno fatto si che al Ristorante La Cru venisse affidata nel 2022 la stella green Michelin oltre alla prima stella Michelin ricevuta, quasi inaspettatamente, nel 2020. Chef Sacchetto è capace di un ascolto attivo che nel suo mondo, raggiunti certi podi, non è assolutamente scontato. Il luogo permea di genuinità le persone che lo compongono ma il germe della bontà è per forza insito e innato in coloro che abitano certi contesti.

Liliana semina, raccoglie, racconta e propone i frutti delle sue creature vegetali a Chef Sacchetto e a tutta la sua squadra perchè possano non solamente trasformarli ma evolverli in preparazioni genuine, fedeli a loro stesse, prive di edulcorazioni e stratificazioni rindondanti. L’orto di Ristorante La Cru va oltre il biologico e cerca di sostenere la cosi detta consociazione vegetale ossia il rispetto dei fondamentali principi di base naturali come il clima, la tipologia di terreno, le diverse speci. Questo anfiteatro naturale è una sperimentazione e scommessa che mira ad una sinergica sfida proiettandosi in un futuro solido e reale.

Il concetto di circolarità è per Ristorante La Cru un principio cardine come lo è il rispetto del ciclo vitale completo della natura cercando di comunicare direttamente e senza filtri con questo universo verde. Qui si coltiva il gusto inserendo l’esperienza gastronomica e di ospitalità in un contesto multiforme, a diretto contatto con la produzione delle materie prime, in gran parte provenienti dal territorio. Potendo così vantare una cucina concreta.

Ristorante La Cru: il futuro abita qui vanta un team di cucina giovane, affiatato e di grande esperienza. La cucina funziona come un’orchestra ben condotta e coordinata. I movimenti sono naturali e presenti ma i rumori quasi assenti riuscendo così a trasportare l’ospite commensale in un’ipnotica visione mistica provocata dai ritmati e perfetti movimenti della cucina, della sala e la bellezza eterea ma profondamente gustosa dei piatti serviti senza dimenticare di porre l’attenzione anche alla splendide grandi vetrate che penetrano e lanciano lo sguardo in una distesa verde volta verso l’infinito.

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Per Viacolbento Chef Giacomo Sacchetto ha proposto il menu degustazione Terroirs (130€ più 80€ per il pairing vini). Un viaggio, come lo definisce il menu stesso, che parte dal territorio. Uscire per ritornare con estro, consapevolezza e libertà d’espressione. Con piedi saldi nel terroir locale ma lo sguardo rivolto e aperto al mondo. Un percorso di magnifici equilibri, pacati contrasti e vellutate consistenze. Sono disponibili altri due menu degustazione ossia In viaggio co La Cru (100€ più 60€ per il pairing vini) e Dall’Alto Adriatico al nostro orto (115€ più 60€ per il pairing vini).

Per iniziare Amuse bouche e i lievitati della casa per continuare poi con le portate principali come segue:

Storione naviglio, crema di rape, mirtilli, piselli e fumetto con caviale. Morbida polpa dalla consistenza immaginifica. Soffice velluto al palato con delicato guizzo di freschezza.

Orto di stagione, patata affumicata, pistacchio, vinaigrette al burro nocciola. Qui ci si ciba del prezioso tesoro. Verdure che vengono colte e direttamente trattate nella cucina ad una distanza inferiore ai cento metri. Nulla da aggiungere.

Manzo marinato dell’azienda Opificio Verona, senape, vinaigrette del nostro miele ed insalatina primaverile. La presenza della carne rossa, la delicatezza della foglia verde. Una coccola.

Panino aromatizzato al fieno. Un assaggio alla Niederkofler. Una piacevole influenza, un bellissimo rimando. Potersi cibare della natura e il privilegio di poterne sentire il suo sapore più profondo e vero.

Tagliatelle di riso, gamberi di fiume, pesto di foglie di vite e polvere di vinacce. Il piatto signature di Ristorante La Cru. Un rimando a mondi lontani e ad un Oriente che si fa piccolo e misurabile al cospetto di questa preparazione eseguita con arguta maestria.

Mezza manica, baccalà, mais, aglio orsino e noci nere. Veder nascere il piatto dalla mani di Chef Giacomo Sacchetto è stato come assistere ad un travaglio per un neofita della cucina. Il tocco calibrato, il sapiente dosaggio. Quasi carezze nell’appoggiarsi su di una mezza manica che sembrava invocare trucco e parrucco al pari di una diva indispettita.

Gnocco di ortica, lumache di Badia Calavena, ricotta di capra e sciroppo di peperoncino dell’orto. Fatevi da parte e invochiamo le lodi. Beatitudine fiorita dalla consistenza eterea. Quel sembrare riuscire a raggiungere la divinità ma accorgersi repentinamente come il tutto sia un fugace e rapido incantesimo. Paganini non ripete.

Focaccia, riduzione al vino rosso e quenelle di lardo. Scoprimmo l’indomani a colazione, con un croissant farcito alla crema pasticciera, come anche i lievitati siano un fiore all’occhiello e non una stella cadente di Ristorante La Cru.

Gelato all’olio, mela, chips di parmigiano. Quando l’orchestra serve l’acuto più atteso nel bel mezzo di un allegro andante.

Battuta di vitello, camomilla, spuma d’uovo, citronette con midollo ed erba cipollina. Diverse consistenze per una melodia volta all’unisono.

Spalla di pecora brogna, royal di polenta, asparagi e cerfoglio. Consistenza sublime.

Melo decio di Belfiore. Toccasana.

Viola mammola, limone, acqua di more e rose. Come sentir recitare “Vergine bella, che di sol vestita…” direttamente dal Petrarca.

Sweet-Up! & Vine-Up! Un contemporaneo origami con richiami al territorio per servire la piccola pasticceria che di piccolo ha ben poco dato che il sofisticato modo nel presentarla rende l’esperienza indelebile.

La selezione dei vini:

Ristorante La Cru: il futuro abita qui grazie ad un gioco di squadra quasi fuori dal comune vedere e sentire. La famiglia Zecchini che sostiene La Cru dal punto di vista imprenditoriale ha lo sguardo ben volto al futuro: fare insieme grazie al gioco di squadra e all’amoroso rispetto per il territorio. Un piccolo mondo dove la retorica rimane finalmente esclusa da qualsiasi approccio e visione e questa è già di per sè una gran bella conquista.

Ristorante La Cru: è nata una stella (anzi due!).

Buona scoperta

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