Le quattordici meraviglie: cosa dove come quando a Parigi per una ventata di profumata bellezza. Se non è la vostra prima volta in questa città strepitosa potrete quindi rinunciare alle tappe classiche e fisse. Prendete nota e non fatevi sfuggire questi indirizzi imperdibili.
Iniziamo ad elencare le quattordici meraviglie: cosa dove come quando a Parigi
Rue des Thermopyles: quartiere Montparnasse. Una delle poche strade di Parigi ancora pavimentate con ciottoli. Fiancheggiata da case da uno a quattro piani decorate da abbondanti glicini e ornata da diversi archi di fogliame in piena fioritura in primavera, questa strada ha conservato un aspetto rurale molto apprezzato a prova di Instagram. Se verrete qui per una passeggiata non mancate una sosta alla buonissima boulangerie Land&Monkeys (100% vegetale, per una buona Tarte fine aux abricots).





Rue de la Gaité: sempre in zona Montparnasse, in quel che si suol definire l’angolo della Parigi trasgressiva. Una via trasbordante di locali e un’offerta culinaria variegata. Da provare l’infornale cucina thai di Aiyara.





La Coupole: uno dei pilastri della Parigi stile Belle Epoque. La Coupole è una famosa brasserie parigina sita nel quartiere di Montparnasse sull’omonimo boulevard. Inaugurata il 20 dicembre 1927 da Ernest Fraux e René Lafont, essa conobbe un rapido successo ospitando celebri personalità come: Jean Cocteau, Joséphine Baker, Man Ray, Georges Braque. Negli anni del 1930 gli aficionados erano Picasso, Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre, Sonia Terk Delaunay, André Malraux, Jacques Prévert, Marc Chagall, Édith Piaf. Mentre tra il 1940 e il 1950, Ernest Hemingway, Marlene Dietrich e Ava Gardner. La Coupole propone a pranzo un Menu Boulevard (antipasto + piatto principale o piatto principale + dessert), bevande non incluse, valido dalle 12 alle 16. Esclusi i giorni festivi, 19,50€.


Bouillon Chartier Montparnasse: L’evoluzione del ristorante è inseparabile da quella del quartiere. Creato nel 1858, fu acquistato nel 1903 da Edouard Chartier, ma fu nel 1906 che furono intrapresi grandi lavori per dare vita a questo sontuoso arredamento Art Nouveau: tetti di vetro scintillante, specchi circondati da pannelli di legno, lunghe balaustre di legno e un’illuminazione discreta. Niente lusso. Qui la “comanda” è scritta direttamente a penna sulla tovaglia di carta. Non adatto per una cena intima e raccolta ma consigliato per il cibo servito. Prezzi più che onesti, senza pretese. Grande resa. Clicca qui per tutti i dettagli. Le quattordici meraviglie: cosa dove come quando a Parigi e Bouillon Chartier è una chicca.




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Ritz Paris e il suo magnifico Bar Vendôme: per una pausa e una merenda gourmet. Le delizie di François Perret, Head Pastry Chef del Ritz, vi conquisteranno senza alcun indugio. Potrete riservare il vostro tavolo on line prima della partenza (con anticipo). La chic e lussuosa brasserie parigina merita la sua reputazione. Comode poltrone di velluto rosso, il servizio attento e posato, l’atmosfera rilassante, un curato menu disponibile per tutto il giorno. Dal primo caffè all’ultimo bicchiere, il famoso tetto di vetro Belle Époque del Bar Vendôme incarna l’anima e l’essenza del leggendario Ritz Paris. Qui possibile fare colazione, pranzo e cena, tea time o sorseggiare un buon drink. Coco Chanel è morta all’hotel Ritz nel 1971 e nel luglio 1998 Donatella Versace ha realizzato la sua prima sfilata per l’Atelier Versace presso il Ritz. Le quattordici meraviglie: cosa dove come quando a Parigi dove se non al Ritz?





Rue de Seine: è una delle strade più ricercate di Parigi grazie alla sua storia e alla sua vicinanza al Louvre e ad altri famosi punti di riferimento parigini. Qui c’è la più alta concentrazione di gallerie d’arte e antiquari del mondo. Altri famosi punti di riferimento nelle vicinanze includono il Café de Flore, Les Deux Magots e il bellissimo Jardin du Luxembourg. Il quartiere di Rue de Seine comprende anche famose case di moda, come Dior, Yves Saint Laurent e Hugo Boss. L’Hotel La Louisiane al 60 di rue de Seine è famoso per aver ospitato molti notevoli musicisti jazz e scrittori, tra cui Miles Davis, Chet Baker, John Coltrane, Ernest Hemingway, Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. E’ inoltre il tema e il titolo di una poesia del famoso poeta francese Jacques Prévert. Perchè non andarci?

Bonjour Vietnam: spartano, angusto. Incredibilmente buono e l’atmosfera è autenticamente asiatica. Il segno distintivo di questo ristorante è servire buoni ravioli e zuppe di noodle (il Pho). Ormai una tappa fissa e “in fissa”.



Place des Vosges: luogo simbolo per eccellenza. Giornata uggiosa? Rifugiatevi sotto ai suoi ampi e accoglienti porticati. Ammirate la pioggia che scende sorseggiando un buon caffè, magari da Ma Bourgogne. Tipici e caratteristici tavolini rossi, atmosfera calda. Parigi, oh Parigi.


Samaritaine: attualmente è di proprietà del gruppo del lusso LVMH. Il negozio, che operava in perdita dagli anni 1970, è stato chiuso nel 2005 presumibilmente perché l’edificio non rispettava le norme di sicurezza. I progetti per la riqualificazione dell’edificio hanno comportato lunghe complicazioni, poiché i rappresentanti dei fondatori del negozio hanno discusso con i nuovi proprietari sul futuro dell’edificio come grande magazzino o per uno sviluppo a uso misto. Dopo sette anni di lavori di ristrutturazione Samaritaine ha riaperto al pubblico il 23 giugno 2021. Le sue offerte al dettaglio si rivolgono a consumatori benestanti per la presenza delle più prestigiose firme della moda. Ha dei ristoranti e dispone di un boutique hotel che include una suite attico con piscina privata. L’edificio, dal 1990, è stato definito monumento storico dal Ministero della Cultura francese.




Laouz: offre creazioni sempre più gourmet, fedeli all’eccellenza della tradizione pasticciera algerina. Qui si sublimiamo e reinventiamo i classici orientali in modo che ogni morso sia un nuovo viaggio sensoriale. Colori, profumi, consistenze e sapori sono al centro del lavoro creativo. Laouz ha cinque sedi in tutta Parigi. Dallo yuzu alle mandorle, dal miele alla vaniglia bourbon. Piccoli gioielli offerti in una tavolozza di sapori originali che fondono sottilmente finezza ed eccellenza. Tra avanguardia e tradizione araba.


Les Deux Magots: il luogo perfetto per un classico aperitivo altrettanto impeccabile. Attenzione non osate pronunciare la parola “happy hour”. Dal 1914 i Deux Magots sono rimasti nella gestione della stessa famiglia. Dal 1993 è Catherine Mathivat, “trisnipote” di Auguste Boulay, che è direttrice del locale. Oggi al mondo degli artisti, fra gli “habitué”, si è aggiunto anche quello della moda e della politica. Volendo perpetuare le tradizioni, i camerieri del Caffè vestono una giacca nera e un grembiule bianco e il servizio è fatto su di un vassoio. La tradizione si conserva anche nelle preparazioni: così la cioccolata è tuttora fatta “all’antica”, ovvero a partire dai quadretti di tavoletta. Pastis tout la vie!

Malabar, Rue Saint Dominique: bar eclettico e dall’atmosfera calda. In una delle vie parigine più iconiche grazie alla prospettiva pazzesca con sfondo Tour Eiffel. Se passerete al Malabar non scordate che a pochi passi di distanza potete trovare anche il più buon pain au chocolat di Francia di Notre Pâtisserie, gestito dall’italiana Francesca Coppola Bottazzi (ve ne avevamo parlato qui).


Allée du Commandant Massoud: è una strada situata nell’ 8° arrondissement di Parigi. Puramente pedonale, si trova nei giardini degli Champs-Élysées. Qui potrete ammirare anche la monumentale scultura Bouquet of Tulips dell’artista Jeff Koons. Un omaggio alle vittime degli attentati del 2015 e 2016.

Cédric Grolet Opéra: un Dio vivente della pasticceria internazionale. Un genio di immenso talento. Le sue creazioni non sono solo belle grazie all’abile utilizzo dei social media. C’è sostanza, tecnica, capacità incredibile. Grande gusto. La foresta nera, da sindrome di Stendhal. Prenotate direttamente dal sito con largo anticipo o mettetevi in una ossequiosa religiosa fila per uno dei suoi strepitosi pain au chocolat o croissant formula “par emporter/ da asporto”. Sculture. Clicca qui per prenotare.


Le quattordici meraviglie: cosa dove come quando a Parigi, ne vale davvero la pena.
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