Ricasoli 1141 e il Castello di Brolio, luogo simbolo del territorio del Chianti Classico. L’azienda vitivinicola più rappresentativa del territorio del Chianti Classico. Dolci colline suadenti in quel di Siena. La proprietà Ricasoli si estende per 1200 ettari di proprietà compresi circa 240 di vigneto e 26 coltivati a ulivo, in una successione continua di colori e sfumature intorno al Castello di Brolio, nel comune di Gaiole in Chianti. In questa porzione della Toscana più centrale, dal 1993 il Barone Francesco Ricasoli conduce l’azienda verso nuove sfide, nel rispetto più profondo dei suoi illustri antenati che hanno fatto grande quello stesso territorio, primo tra tutti Bettino Ricasoli.
In un periodo come quello attuale in cui le nuove sfide sono all’ordine del giorno parlare con Francesco Ricasoli stato come poter interloquire con un pezzo di solida storia non solo imprenditoriale ma italiana. Grande viaggiatore che ha avuto modo di confrontarsi da subito con il problema Covid19 poiché a fine Gennaio in viaggio nel sud est asiatico. Essendo Ricasoli 1141 considerata un’azienda essenziale non si è quasi fermata anche per la necessaria lavorazione della campagna.

Le ripercussioni del periodo si fanno sentire molto più forti soprattuto per ciò che riguarda il settore Italia, il settore dell’Horeca si sta riprendendo piano proprio in questi giorni ma è rimasto completamente fermo da Marzo. L’azienda ha un po’ risentito anche a causa del blocco del flusso turistico e della chiusura della strutture interne adibite all’ospitalità come il ristorante o l’enoteca. Francesco Ricasoli afferma però che: “abbiamo affrontato e stiamo affrontando tutto ciò con ottimismo cercando di stimolare soprattutto i nostri partners stranieri e attraverso le vendite on line”. Il periodo impone quindi un diverso modo di operare nel mercato e di lavorare ad esempio con l’inserimento dello smart working per alcuni dipendenti. Un’azienda antica ma dalla mentalità aperta, flessibile.

Francesco Ricasoli è fortemente convinto che sia necessaria positività e soprattutto non si bloccherà quello che già si faceva prima ma d’ora in avanti senz’altro con un approccio più consapevole. Questo periodo porterà ovviamente ad una selezione e competizione tra le aziende che potranno però uscirne vittoriose sole se sapranno essere “virtuosi nella proposta ma con dinamismo”, afferma Francesco Ricasoli.
Un’azienda antica non può tralasciare ad esempio di parlare il linguaggio contemporaneo e quindi quale modo migliore se non farlo attraverso l’utilizzo dei social media? Se la gente non potrà andare a Brolio sarà Ricasoli 1141 che andrà a trovare le persone a casa. Come? Attraverso ad esempio video stimolanti e soprattutto con l’utilizzo di Instagram che permette una buona interazione. Ricasoli ha già e continua a fare delle degustazioni on line come con i giornalisti stranieri anche se è di fondamentale importanza per un’azienda vinicola mantenere il contatto reale. Ovviamente profumi e sapori nonché le sensazioni dirette non sono certamente replicabili ma la tecnologia aiuta.

L’azienda di Famiglia è da sempre stata un punto di aggregazione forte essendo la realtà produttiva ed economica più importante della piccola realà comunale locale. Ricasoli da lavoro a molte famiglie locali e questo è un vanto nonché un grande orgoglio non da meno e va sottolineato che l’azienda integrerà al 100% le mensilità di marzo e aprile dei propri dipendenti.
A dire di Francesco Ricasoli il Made in Italy o meglio, il “fatto in Italia”, non soffrirà particolarmente per lungo tempo. Anzi, qui si può affermare che esista qualcosa di ancora più forte un #madeinbrolio poiché molti prodotti si producono interamente nel territorio. Il prodotto italiano è quindi ancora e lo sarà un prodotto vincente. Nel piccolo di questa realtà comunale toscana diventerà senz’altro sempre più importante oltreché il Made in Italy il Made in Brolio.
Conoscere Brolio, conoscere Ricasoli 1141 per degustare sapori e cibarsi di autentica storia italiana.
Il Made in Brolio vi aspetta.
Buon viaggio!

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Copyright: foto di copertina de IL CUCCHIAIO D’ARGENTO e foto di Stefano Caffarri.
Illustrazione fondo pagina: © Violetta Pouedras
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