INCALMO: INNESTO DI GUSTO

Incàlmo: innesto di gusto per deliziare occhi e palato. Un’esperienza gourmet che coinvolge tutti i sensi.

La vista: il design del rinnovato Hotel Beatrice con annesso Incàlmo Ristorante risulta essere sobrio ma composto da storici pezzi di design, senza tralasciare i piatti, piccole opere d’arte, minuziosi dipinti dalle meticolose spennellate.

L’udito: il chiasso non è la nota maggiore, infatti potrete dimenticare i toni alti; il decibel non è un indicatore che appartiene ad Incàlmo.

L’olfatto: il ristorante profuma di buono, ovviamente per le preparazioni ma soprattutto per l’aroma di raffinata semplicità che emanano i due giovani ragazzi (ma dalla grande esperienza internazionale) titolari e guide della sala, Michele Carretta e Ricardo Scacchetti. Sorriso naturale, posatezza innata, premurosa gentilezza.

Il tatto: morbido e candido cotone per le tovaglie, bicchieri materici vere piccole opere di vetro, centritavola sculture.

Un viaggio sensoriale che spazia dal design al gourmet in una sinestesia senza retorica. Una sensazione asciutta ma non certo secca e povera di sfumature. Il menu può essere à la carte o a scelta tra due degustazione: Il Bocciolo (60€ p/p e 25€ p/p con abbinamento vini) o Il Baccello (80€ p/p e 35€ p/p con abbinamento vini).

Per Viacolbento il percorso è stato personalizzato e messo a punto da Michele Carretta per un risultato globale davvero mozzafiato.

Inizio con amouse bouche per proseguire poi con Cetriolo in due preparazioni, uno fermentato e uno bruciato, con salsa al cren e pop-corn di bulgur (quel piatto che vorresti saper fare per potertene vantare); Pappa al pomodoro, kiwi e crema di latte affumicata (fresca e briosa, piacevolmente e mai troppo acidula); Base di olandese morbida, tagliatelle di seppia e salsa al caviale (un tale piacere in bocca che dà la sensazione di una lussuriosa conquista); Risotto con ristretto di peperoni rossi e aglio nero fermentato (il riso davvero sta bene con tutto); Fagottelli all’ossobuco e salsa di gremolada (la pasta fatta in casa come una volta, dieci e lode); Animella di vitello tostata, mandorla e carota all’anice (scioglievolezza e piacevolezza cum laude); Duchesse di manioca, farofa, maialino iberico e salsa tucupi (un viaggio in America Latina ma al primo battito di ciglio improvvisamente ci si ritrova nella bellissima Este, come per magia).

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Plauso solenne per i dolci. Dolci non dolci che non cedono alla stucchevolezza. Waffle salato, panna e caramello affumicato (il salato e l’affumicato, gemelli diversi separati alla nascita: un trionfo!); Cremoso alla birra Stout, sorbetto alla melissa e susina fermentata (sensazione di palato fresco e pulito); Zabaione al Fior d’arancio e Baicolo veneziano (prima della chiusura, prima del caffè, non ci si può certo alzare senza!); la piccola pasticceria con tanto di scherzo (se cenerete da Incàlmo a voi la scoperta e lo svelamento dell’arcano!). Ora potrebbe partire l’Inno alla Gioa di Beethoven. Tutto chiaro?

Quali mani creano così tanta bellezza? Da Incàlmo: innesto di gusto per la serie “gli opposti si attraggono”. Due giovani e talentuosi Chef sono Francesco Massenz e Leonardo Zanon. Il primo più esuberante mentre il secondo più pacato. Ecco l’origine di piatti decisamente particolari che guardano sempre con rispetto alla tradizione. Un uso degli ingredienti filosofico più che concettuale e mai inesplicabile.

Il contorno che circonda Incàlmo: Parco Regionale dei Colli Euganei e il castello Medievale di Este. Non serve aggiungere altro.

Incalmo è attraente per l’offerta gourmet e anche per la sensazione di sfida, dato che è stato avviato proprio in un periodo storicamente ostico. Un’ impresa che ha appena iniziato il rullaggio e si avvia spedita sulla pista di decollo. Cuore e mente risiedono a Este ma lo sguardo punta sempre fiero oltre.

Applausi, tanti applausi.

Informazioni

Incàlmo Ristorante

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Este

Parco Regionale dei Colli Euganei

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