BASILICA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI: LA BELLEZZA DELL’ACCOGLIENZA SPIRITUALE

Basilica di San Francesco di Assisi: la bellezza dell’accoglienza spirituale. Assisi, il Sacro Convento di San Francesco e i Santuari dell’Umbria sono un tutt’uno ed è difficile poter parlare di una singola realtà escludendone una delle altre. Tutta l’Umbria è stata benedetta da un movimento di origine spirituale e carismatico che ha avuto un immenso impatto sociale culturale e artistico sul territorio. Questo intreccio ha portato l’Unesco a dichiarare il luogo, testimone e custode di tante opere di bellezza, Patrimonio dell’Umanità. Assisi è una cittadina certamente bella ma lo sono anche Gubbio, Spoleto, Spello, Bevagna che non hanno però l’impatto e la nomea di Assisi. Dunque questa bellezza è una particolarità specifica di Assisi, in tutto il mondo è conosciuto San Francesco di Assisi. Tutti i luoghi del territorio beneficiano senz’altro della notorietà di Assisi pur rimanendo comunque esempi unici di straordinaria bellezza.

Quando l’uomo riesce ad armonizzare la bellezza delle sue creazioni con la bellezza del creato ecco che sorgono autentici capolavori. La bellezza spirituale entra in sintonia e in armonia costruttiva con Dio per il bene della società. L’opera di Dio genera bellezze umane e il capolavoro architettonico della Basilica di San Francesco ne è l’esempio lampante. Particolarità non di poco conto che sia stata eretta in breve tempo in un luogo non molto facile per la costruzione stessa e frutto di una laboriosa opera di ingegneria.

La comunità francescana che qui ha la sua base vanta un respiro internazionale, ci sono più di 60 frati provenienti da diverse parti del mondo. L’internazionalità è uno dei marchi distintivi e si tenta di vivere in armonia fraterna anche se permangono diverse provenienze culturali e dunque differenze che però non allontanano bensì creano quella commisura verso un equilibrio poliedrico di culture diverse. La preghiera e la liturgia sono sempre ben animate e curate. Un forte spirito di accoglienza rende Assisi luogo di scambio e tanta gente viene da ogni parte del mondo per trovare San Francesco di Assisi e soprattutto quindi pregare ma ovviamente anche per ammirarne le opere d’arte.

Provenendo da Perugia o da Foligno si scorge Assisi da lontano e questo non è un particolare di secondo piano poichè il turista o il pellegrino scorgono qualcosa di bianco o di rossiccio comparire sul colle, la colorazione diversa dipende dall’orario. Dentro questa città che spunta sul colle spicca la Rocca, scendendo con lo sguardo la costruzione del Sacro Convento è però protagonista inconfondibile soprattutto per la sua forma particolare che include i grandi portici. Il fatto che la struttura sia eretta con la pietra bianca rende sorprendente la cromia della struttura, specialmente al tramonto.

Una volta giunti qui il contatto diretto con il capolavoro che è Assisi manifesta assoluta meraviglia e questa si esprime pienamente nella Cripta, il luogo di sepoltura di San Francesco. Questo luogo in particolare, invita alla preghiera e sono qui presenti i capolavori dei più importanti pittori italiani come Giotto, Lorenzetti, Cimabue. Una cornice di rilievo e sorprendente. Questi capolavori che non sono solo capitale della Basilica ma dell’Italia e dell’umanità tutta viene tramandato dalla Comunità francescana ormai da sette secoli. Nel colle denominato Paradiso inoltre le persone ritrovano e ricercano Dio con un rinnovato rapporto verso la natura del luogo.

Ad Assisi presso il Convento non si offre ospitalità intesa nel senso alberghiero. Qui di fatto, tranne che a sacerdoti e religiosi, non vengono proposte stanze o cibo. Si accolgono le persone dal mondo offrendogli un saluto e delle informazioni utili nella loro lingua di origine grazie alle presenza di frati proveniente da tutto il mondo e quindi poliglotti. Il primo segno di accoglienza è in questo caso sapersi capire e comunicare, riuscire a farlo è frutto di uno sforzo continuo poichè gli stessi frati studiano e apprendano sempre meglio le diverse lingue. Altro elemento che caratterizza l’ospitalità francescana rendere possibile l’opportunità di vivere una esperienza spirituale profonda e sincera. Questa, in particolare modo, è la primaria missione francescana.

Per vivere una esperienza spirituale positiva che sia arricchente ci vuole innanzitutto empatia. Questo è uno sforzo di cuore, spirituale, emotivo, intellettuale. Essere sempre empatici e aperti verso l’altro svela quanto sia forte il desiderio di lasciare nelle persone qualcosa in più e un arricchimento davvero colmo e denso di significato. Le persone arrivano qui con il dubbio ma allo stesso tempo è auspicabile vadano via con la voglia di poterci tornare soprattutto con il desiderio sincero di fermarsi più tempo.

Basilica di San Francesco di Assisi: la bellezza dell’accoglienza spirituale. La spiritualità e il turismo non sono due concetti contrastanti ma nemmeno sinonimi. Dunque possono certamente andare d’accordo ma ciò non è scontato. Il turista in genere è interessato a vedere o informarsi su elementi culturali, storici e gastronomici. Può essere più o meno interessato a stabilire rapporti con le persone del posto avendo forse più un desiderio esterno sulle cose da scoprire. La parola che in questo caso sarebbe meglio utilizzare, anziché turista, è pellegrino. Costui giunge qui per un contatto diretto con alcuni elementi specifici che incarnano la spiritualità come quelli presenti nella Tomba di San Francesco.

Il pellegrino porta nel suo cuore qualcosa in più come la gratitudine, il pentimento, l’inquietudine vocazionale o quella spirituale. Qui è molto forte la spinta verso Dio che aiuta a stabilire un rapporto nuovo verso sè stessi e la natura stessa. Una riconciliazione totale storica e fenomenologia nella misura che diventa anche riconciliatoria con gli altri. Il turista può certamente vivere anche questa dimensione ma non tutti i turisti fanno questo motu proprio.

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Il pellegrino può essere non sia interessato alle attrazioni prettamente turistiche ma ciò che è sicuro è il suo desiderio di vivere esperienze diverse fatte di ricerca e confronto con qualcos’altro. Si può anche parlare di turismo religioso ed è quindi auspicabile il desiderio di poter armonizzare le due terminologie: il turista può fare turismo ma può vivere qui anche qualcosa in più e sicuramente un’esperienza spirituale e carismatica. Il pellegrino porta elementi che però arricchiscono di conseguenza anche la sfera turistica del luogo ad esempio anche con il semplice acquisto di un souvenir. Spiritualità e turismo si nutrono vicendevolmente ma bisogna fare attenzione alla loro commistione.

Ad Assisi molte altre strutture offrono accoglienza ma c’è una carenza rispetto ad altri famosi luoghi della spiritualità cristiana come avviene ad esempio a Santiago di Compostela. Le varie strutture religiose in Assisi possono offrire spiritualità e accoglienza in cambio di un’offerta anche se molto spesso questo non garantisce la copertura adeguata per la manutenzione o la buona gestione del luogo. Assisi non offre strutture adatte ad esempio ai pellegrini che ricercano un’ospitalità povera come per coloro che vi giungono a piedi (cosa che invece trovano lungo il cammino per Santiago). L’offerta quindi è ancora minima rispetto alle potenzialità del luogo soprattutto pensando ai pellegrini con una possibilità economica limitata. Questo è un argomento sul quale bisogna continuare a fare progressi, discorsi che dipendono da un processo politico economico e sociale non solo in capo al Comune di Assisi ma anche della Regione Umbria e dell’Italia stessa.

Basilica di San Francesco di Assisi: la bellezza dell’accoglienza spirituale è quindi un cammino virtuale verso Assisi, questo luogo merita molto di più che una semplice visita!

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