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La Cina non è uno dei maggiori paesi turisticamente ambiti e quindi nemmeno così scontato parlarne per un’idea di viaggio. Racchiude sorprese. Con tutte le sue contraddizioni, è un mondo gravido di altri mondi. Un insieme costituito da tanti tantissimi piccoli sottoinsiemi: culture, etnie, cucine, tradizioni. Un popolo, anzi moltissimi popoli diversi.
Quando si parla di Cina non si prescinde dalla parola TRADIZIONE a caratteri cubitali. E’ un paese con una storia importante che non è davvero seconda a nessun altro paese al mondo. Italia compresa.
Ovviamente qui non mi occuperò di parlarvi dei grandi problemi cinesi, non è questa la mission e il mio obiettivo. Quello che leggerete sarà un breve diario composto di sensazioni e con alcuni suggerimenti utili per intraprendere un viaggio nel paese che forse più collima con il nostro immaginario di oriente.
Partite alla scoperta della Cina senza pregiudizi o quantomeno cercate di spogliarvi di tutti gli stereotipi. Mangerò carne di cane? Sarà una vacanza squallida? Insomma tante domande inutili poichè il punto focale sta nell’essere in grado di saper scegliere ed essere consapevoli di quello che si cerca. Se non mi piacerà la carne di cane, non cercherò un ristorante o una fiera/festa locale dove si cucini la carne di cane. Non amate i luoghi squallidi? Nessun problema, potrete alloggiare come ho fatto io in lussuosissimi cinque stelle (e datemi retta qui il lusso è all’ennesima potenza, quasi ovunque. Cliccate qui per farvi un’idea guardando dove ho alloggiato a Xi’an ossia la città dell’esercito di terracotta).
Pronte le valigie? I voli da/per la Cina sono economici. Da Milano Malpensa o Roma Fiumicino anche voli diretti più volte a settimana se non quotidiani.
Parla di Cina anche il mio recente progetto sulla cucina “G-local” in questo caso con l’intervista a Chef Chang Liu, di Ristorante Serica (cliccate qui per il rimando all’intervista completa e per provare la sua fantastica cucina a Milano).
Cina, sconfinato paese, il lontano lontanissimo oriente che è stato il mio primo viaggio intercontinentale. Emozione, adrenalina, mistero, dubbi, meraviglia. Da sempre mi dicevo semmai avessi intrapreso un lungo viaggio la prima destinazione sarebbe stata la Cina. Nel mio immaginario così lontana, così diversa, così paradossale ma così ricca di storia (millenaria) e zeppa di bellezza artistiche e culturali (la muraglia cinese, l’esercito di terracotta e molto altro).

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Sono partito a dicembre del 2015, freddo intenso qui freddo polare la.
Prima pillola: Beijing. Una capitale densa. Una capitale caotica. Una capitale affascinante. Sbarcare a Pechino per la prima volta è un po’ come fare un giro nella centrifuga dell’insalata. Rircordo che sono partito nel pieno dell’allarme smog. Una nube cupa, tossica, pesante copriva tutta la metropoli. Vero. All’arrivo dopo il disbrigo delle formalità doganali subito in taxi (contrattate a più non posso. Il primo prezzo sarà a dir poco esplosivo) verso il Duge Boutique hotel (un raffinato boutique nel bel mezzo della Cina più autentica: gli hutong. Anche in pieno “centro storico” e non proprio nel quartiere moderno e contemporaneo di Beijing si può ancora trovare un hotel racchiuso e avvolto in un’atmosfera a dir poco autentica).
Lungo la strada il colore del cielo variava da un grigio fumo ad un tortora scuro. Ma la fortuna del principiante ha voluto che durante il secondo giorno di visita splendesse un sole intenso, un cielo terso e azzurrissimo così da poter godere appieno della maestosità e immensità della Città Proibita. Sono riuscito a declinare tutte le sfumature di rosso e dorato dei palazzi imperiali. Un’emozione indescrivibile.
Beijing è anche: Palazzo d’estate (con il suo grande parco), il Tempio del paradiso (qui gli scorci e i panorami sono bellissimi), Piazza Tienanmen (qui affetterete la storia un tanto al kg), Mausoleo di Mao Tse Tung (dove non potrete soffermarvi per più di un secondo davanti alle spoglie del grande leader), Nanluoguxuang (un angolo autentico, la vera Cina. Non quella delle cose fatte in serie), Sanlitun (per lo shopping e un piacebolo architour), Grande Sala del Popolo (qui insomma sarà come passeggiare e sentirsi un importante figura tanto sono maestosi i corridoi e le sale).
La cosa che più riuscirà a catapultarvi in un altro mondo sarà la Muraglia cinese. Ho optato per un percorso meno turistico rispetto a molti altri, Jinshanling (150 km da Pechino guidati dal formidabile Joe Qiao, lui una guida privata che fa anche da autista. Formidabile), anche se d’inverno non troverete molte persone disposte a passeggiare lungo la muraglia ma in compenso avrete la sensazione di avere tutto il pianeta ai vostri piedi.
Un lungo serpentone che si dipana sulle cime delle colline e montagne, lunghissimo. Sconfinato. Anche in questo caso un cielo carico di luce, stupendo. Sarà la Cina a portarmi fortuna o io stesso un portafortuna?
Nel primo pomeriggio sono invece arrivato a Chengde, Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Chengde sorge in una magnifica valle nei pressi del fiume Wulie, circa 250 km a nord-est di Pechino, all’interno della Provincia del Hebei. La città si trova a sud del parco che ospita l’ex palazzo imperiale, mentre sulle colline a nord e a est sorgono otto splendidi templi del XVIII secolo.

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Nonostante gli oltre 300.000 abitanti, la città non è frenetica, ma a misura d’uomo, così che molti visitatori si recano a Chengde anche solo per assaporare un po’ di Cina autentica, ben lontana dal luccichio accattivante di Pechino o Shanghai. Il Putuo Zhongsheng Miao, o il Piccolo Potala è il maggiore dei grandi templi esterni della città: impressionante. Per un istante ho avuto come l’impressione di essere a Lhasa!
Seconda pillola di viaggio: con un comodo volo interno China eastern (buona compagnia che non vi lascerà certo morire di fame dato che anche alle 4 del pomeriggio vi servirà spaghetti di soia&co. Buon appetito!) ho raggiunto la città di Xi’an. Qui l’aspetto è quello di una città grigia, sovietica. Immensa città dai grandi palazzi ma con un cuore tenero, un centro storico attorniato da mura antiche dove è molto bello passeggiare.
La guida per la giornata è stata Mrs Lin, una cinese che ha studiato beni culturali per molto tempo, in Italia, a Firenze. Un italiano fantastico e una giornata a dir poco super. Qui alloggiavo al Sofitel: 5 stelle lusso, fiori freschi in ogni angolo. Quante coccole. Ma in hotel ci sto davvero poco, anzi pochissimo per me le vibrazioni fuori sono troppo forti. Incontro con la guida alla reception e partenza per la visita all’esercito di terracotta. Un colpo al cuore. Un hangar immenso che racchiude circa 8000 staue di guerrieri, tutte con un’espressione diversa l’una dall’altra. Anticamente tutte colorate, di colori pastello.
Pensare alla capacità e al genio di Qin Shi Huang che l’ha ideato non aiuta a comprendere la stupidità di tante tantissime assurdità contemporanee. Qui vi renderete conto che tutto o quasi, può davvero essere possibile e diventare quindi reale. Ma vabbè, la nostra guida era così preparata che era una favola poterla ascoltare. Uscendo dal complesso museale, nel piazzale esterno sarete assaliti da una caterba di venditori…non pensate ad un mercatino kitch bensì ad una serie di artigiani che ricamano lana per confezionare piccole scarpe colorate, venditori di melagrana con biciclette ricolme di grossi frutti. Ho trovato tutto a dir poco favoloso, sembravo un cinese (o giapponese?) con la reflex! Continuavo a scattare. A pranzo sono riuscito anche a degustare un buonissimo brodo di giuggiola (ne ho sentito tanto parlare!): effetti benefici per la circolazione e il cuore.
Il fascino della medicina tradizionale cinese, certo quando non utilizza l’avorio delle zanne d’elefante o l’olio ricavato dalle ossa di tigre. Una buona abitudine cinese è quella di girare sempre con una boraccia termica, zeppa di foglie esiccate di tè verde. Qui, in ogni ristorante e/o locale troverete un bollitore d’acqua bollente per potervi fare un buonissimo tè verde espresso ed averlo sempre con voi. Per riscaldarvi e donarvi nuova energia e vigore naturali. Prendere nota.
Terza pillola e tappa, il viaggio è proseguito verso una delle capitali moderne e più avanzate di tutta la Cina: Shanghai. Renaissance by Marriott Shanghai Yu Garden Hotel. Camera spaziale, vista spettacolare. Ma in questa megalopoli quello che più colpisce è il suo cuore tenero, di burro, storico racchiuso in una cornice high tech, industrailizzata, avanzata. Lo Yu garden (il giardino del mandarino) o il vicino bazar vi sembreranno souvenir d’antan se paragonati ai vicini grattacieli lungo il fiume Huangpu.

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La Pearl Tower, per farvi un esempio, 468 metri. Oppure il fiume che attraversa Shanghai percorso da navi mastodontiche ma dove, ammirando l’attesa nell’accensione delle luci dei grattacieli a Pudong all’imbrunire, non avrete certo la percezione che a qualche metro da voi stiano passando indifferenti una portacontainer o una nave da crociera. Il nuovo che avanza e qui più forte che mai (forse troppo forte).
Una cosa curiosa, passeggiando per Shanghai mi sono perso perché ho preferito seguire le sensazioni del momento e non quelle di una guida o della cartina. Ecco, a pranzo ho così degustato un’impareggiabile gallina bollita fredda in gelatina e verdure all’aglio…sotto ad un cavalcavia. Tutto ciò in una trattoria tipica dato che era frequentata solo da cinesi. Magari cercando avrei trovato di meglio ma perché dopo tutto perdermi un momento così intimo e assai meno turistico e scontato? W l’istinto.
La Cina non è stata solo “una botta e via”, ma un amore incontrastato dato che a gennaio 2019 al rientro dalla Cambogia (arriverà presto un racconto strepitoso) mi sono soffermato ancora un po’ in un’altra città cinese, un po’ spaziale, un po’ ufo insomma: Guangzhou.
Questo paese continua ad istigarmi, no so precisamente perché ma ci andrei ogni anno in una sorta di pellegrinaggio.
A Guangzhou ho soggiornato presso il Park Hyatt Guangzhou, posto agli ultimi piani di un altissimo e nuovissimo grattacielo con vista sulla Canton Tower. Sì, perché anticamente Guangzhou era chiamata Canton = cucina sopraffina a due passi da Hong Kong (ora con il treno superveloce a circa 1h30). Ecco alzando la tenda della camera ho avuto la sensazione di essere James Tiberius Kirk in Star Trek durante una battaglia spaziale tra le milioni di luci di questa città. Qui si viene per la cucina, qui si viene per i festival culturali, qui si viene per le importanti fiere, qui si viene per architours strepitosi. Tutti i più grandi architetti hanno lasciato un segno (Zaha Hadid per fare un esempio).

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Se siete grandi viaggiatori nonché curiosi non potrete certo perdervi le mille evoluzioni (e ricoluzioni? Vedi Hong Kong) cinesi.
Buon viaggio. Al prossimo, imminente, racconto!
Consigli di viaggio
QUANTI GIORNI?: 15 giorni sono sufficienti. Se avete molti giorni a disposizione scoprite il sud e magari una capatina al mare (inaspettato) di Hainan
DOVE DORMIRE: qui tante valide opportunità booking.com
COSA MANGIARE: baozi e jiaozhi come se non ci fossi un domani e qui a Xi’an da De Fa Chang Restaurant potrete degustarli praticamente in un “luogo sacro”
VISTO: Chinese Visa Application Service Center il centro ufficiale autorizzato all’emissione del visto riconosciuto da Consolato Cinese e Ambasciata Cinese in Italia
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