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Londra è grande, multietnica. Londra è Londra, certo che sì. Un’identità dalle multiformi sfaccettature, anche controverse ma mai stonate. Variegati quartieri, periferie elettriche, vivaci. Tutto ciò che caratterizza una grande metropoli. Londra è la metropoli d’Europa (ancora per poco?). La vera grande città e capitale. Ci lascerà orfani? Nel frattempo finché lassù bisticciano meglio approfittarne per farci un salto.
Cara? Carissima? Certo dipenderà molto da quello che vorrete fare e dalle vostre aspettative. Vi dirò che per una persona comunque abituata a vivere in grandi città italiane, soprattutto a Milano, non noterà eccessive divergenze di costi. Ovvio che il caffè espresso lo pagherete tre o quattro euro, però siamo sinceri per quattro o cinque giorni non si può fare anche a meno del nostro buon caffè?

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Ristoranti italiani? Sì, molti. Londra pullula anche di ottimi ristoranti italiani (i nostri connazionali che qui studiano o lavorano sono circa 700mila). Non sarà quindi certo difficile mangiare un’ottima pizza napoletana o un buon piatto di pasta ma…Londra offre anche tanto, tanto altro e il vostro portafogli magari ringrazierà, molto. Dopo tutto qui, anche se non si mangia italiano, la cucina non è poi così pessima suvvia. Bisogna saper scegliere e avere una buona dose di intuito. E’ uno dei panorami culinari più variegati al mondo, volete proprio non riuscire a mettere in bocca qualcosa? Vi consiglio inoltre di cercare qualche ghiotta occasione scontata su The Fork.

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Questa, con mamma al seguito, è stata la mia seconda volta a Londra. La prima qualche anno fa per un mini tour “toccata e fuga”. Potete leggere alcuni dettagli di questo particolare “mordi e fuggi” cliccando qui
Allora, rullo di tamburi: iniziamo.
LONDRA. COME UN GATTO IN TANGENZIALE
Siamo partiti da Milano Linate (ora rivedremo aperto questo comodo City airport a fine ottobre 2019 per importanti e necessari lavori di restyling) con un volo Alitalia, in tarda mattinata. Arrivo al City airport di Londra alle h15.30 e transfer verso l’hotel The Portobello (mi sono affidato a Uber, per agevolare lo spostamento. Viziato? Si, un po’). Il The Portobello Hotel fa parte della piccolissima catena A curious group of hotels (altri tre rispettivamente a Parigi, Amsterdam e nelle bellissime campagne inglesi) e per me è un po’ casa, a Londra. C’ero già stato la mia prima volta e si sa, la prima volta non si scorda mai.

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Questo piccolo luxury hotel è immerso in un’atmosfera davvero unica, da film: Notting Hill. Wow. All’arrivo in hotel abbiamo lasciato i bagagli e ci siamo subito diretti, pedibus calcantibus, verso Westmister (il Big Ben è in restauro, quindi coperto, fino al 2021), poi St. Jame’s Park, Soho, Convent Garden, Sicilian Av, Goodwin’s court, Grosvenor prints (una copisteria/libreria vintage, ferma all’epoca che fu. Bellissima), per finire in serata Picadilly con i suoi magnifici artisti di strada. Non mancate una “rotazione” su London eye, la mega ruota panoramica lato Tamigi. Sarà turistico certo, ma panorama mozzafiato e foto pazzesche.

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Avviso: siamo grandi camminatori. Certo abbiamo usato anche la metro avendo acquistato la nostra Oyster card (comodissima, tutti i dettagli qui), ma prediligiamo molto muoverci a piedi, con piccole soste, per non perderci nessuna sfumatura. Avvisati.

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Momento tanto atteso: dinner. Io, viaggiando molto, non ho problemi ad assaggiare cucine diverse, multietniche. Ed ecco che abbiamo cenato da Pho. Piccolo risto vietnamita. Curato, nuovo e quindi moderno. A un passo da Chinatown. Prendere nota.
LONDRA, OH LONDRA. TANTO FASCINO
Dopo la prima colazione servita in un salotto, sì perché in questo hotel è come stare a casa. In una casa londinese di charme. Fiori freschi, paralumi, porcellane acquistate nei negozi antiquari di Portobello. Sorseggiando tè, mordicchiando pane tostato con una leggera passata di burro salato e un sottile strato di marmellata, di agrumi of course. L’occhio che vaga e si perde in uno scenario cinematografico: Stanley gardens. Era metà marzo: magnolie, fiori&co. Estasi.

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Terminata la prima colazione, la mattinata è scivolata verso Portobello Road (e il suo mercatino, ridotto perché non era sabato), poi ancora Lancaster rd, una capatina veloce all’Electric cinema (così, come nei primi del ‘900), passeggiata in Hyde park (e foto di rito a cigni e scoiattoli) e via verso Kensigton (giardini e palazzo solo da fuori. Ciao Kate, ciao William&co). Il quartiere di Kensington, alle spalle del palazzo, è qualcosa di surreale. Tappeti di prato verde macchiati di narcisi con le varie gradazioni di giallo. Un cielo azzurro terso. Vento. Oh Londra! Tutte le case sembrano torte, perfette e assemblate da talentuosi pasticceri. Un accostamento di cromie pazzesco. Magnolie fiorite, ovunque. Tanto basta.
Per quanto riguarda i musei, in questa giornata, siamo stati alla National Gallery (sono sincero prima della partenza avevo selezionato le cose che più mi interessavano e ho fatto lo stesso anche poi per il British). Se non si hanno dieci giorni a disposizione è impossibile pretendere di vedere tutto, ogni singolo particolare museale. Fidatevi.

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Momento pranzo: Andina a Shorenditch. Oggi peruviano. Aji de gallina, e vai che si va. Qui, in un quartiere davvero underground, bellissimo, caccerete Bansky e i più famosi street artists. Buona caccia! Ci siamo diretti poi verso Broadway market (insomma più che in visita turistica mi sembrava di recitare in un film. Regista mia mamma, obviously). Da qui ancora verso Brick lane, Kingsland rd, Hackney. Quelle zone che immaginavo, quelle zone che erano così come le immaginavo ma ora reali. Vai di foto. Non potevamo certo dimenticarci di visitare il mitico Camden market e le meravigliose viuzze di Camden town. Un modo surreale.

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Cena libera, degustando il celeberrimo fish&chips (scelto a caso aprendo Google. Affare riuscito). Passeggiata digestiva dopo cena verso Tower Bridge e la City by night. Stare sotto allo Shard illuminato, emozionante. Se avete problemi alla cervicale, attenti ad inclinare di scatto il collo. Avvisati eh.
LONDRA SOFISTICATA. E’ TUTTO VERO
Colazionati, ci siamo diretti a passo spedito verso Buckingham Palace (God save the queen) e siamo arrivati alle h11 per il tradizionale cambio della guardia, non l’avevamo mai visto (qui tutte le infos). Trionfale, emozionante, particolarmente sfarzoso. Da vedere se siete neofiti a Londra. Prima di andare verso la Tate abbiamo inoltre fatto una passeggiata in Little Venice. Tranquillo quartiere, attraversato da un fiumiciattolo. Quasi il ritmo di un piccolo borgo.

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Da qui poi con la tube (metropolitana) ci siamo spostati verso Bankside a visitare la Tate Britain, un mondo bellissimo, una struttura immensa. Da perdersi. Tutti i grandi artisti sono qui, lo sono stati e vogliono esporre qui. Vale o no un’occhiata? Terminata la visita attraversando il Millennium bridge, con un vento che mancava poco ci catapultasse nel Tamigi, per andare verso Saint Dunstan in the East Church (trattasi di ruderi di una chiesa, nel mezzo di imponenti palazzi. Chiesa senza tetto, ora giardino curassimo. Viste mozzafiato su The Shard). Tutto ciò non prima di aver visto St Paul’s circondato da una fioritura incredibile di ciliegi. Un hanami giapponese, quasi.

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La scoperta è proseguita alla Wallace collection (andateci entro le h16, è da vedere. Uno dei musei più belli e suggestivi di Londra, in una dimora aristocratica. Quartiere Fitzrovia, insomma si sa mai che non incontriate anche qualche Vips). Passeggiata verso St. Pancras station (mi è sembrato di vedere Harry Potter) e capatina all’interno del St. Pancras Hotel per ricercare la famosa “scala instagrammabile”. Dopo una passeggiata, con non challance, all’interno dell’hotel siamo riusciti a trovarla. Via di scatti, come iprovvisamente fossimo diventati giapponesi. Next stop, piccolo momento per gli acquisti di te e derivati da: Fortnum&Mason. Un tempio.

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Ora però il momento si fa solenne, siamo rientrati al nostro hotel The Portobello per un change, di abiti. Autista e via di corsa verso l’Hotel Ritz per il rito del te (vi consiglio di prenotare alle h19.30, come abbiamo fatto noi. Salterete la cena perché mangerete in quantità). Una serata speciale, elegante (la cravatta o il papillon e la giacca sono d’obbligo), in un hotel simbolo mondiale di eleganza e che ha fatto la storia con i personaggi che l’hanno frequentato. Se volete fare l’esperienza (non a buon mercato, ovvio) dovete prenotare con largo anticipo. Cliccate qui.
LONDRA GRANDIOSA. ULTIMO GIORNO
Per iniziare bene la giornata: Tate modern. Poi verso Neil’s Yard, Abbey Road (aspettate, mettetevi in posa e senz’altro i The Beatles faranno una comparsata veloce). Giornata questa all’insegna del consumismo, a cominciare da Harrods. Qui abbiamo acquistato nella gastronomia interna un ottimo panino con il lobster (astice) e abbiamo pranzato su una panchina in Hyde Park, io e mamma. Accarezzati dal vento (una costante a Londra, oltre alla pioggia che però noi non abbiamo avuto il piacere di incontrare). Direi insomma, pranzo easy e alternativo.

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Conclusione di giornata e della gita a Londra con una passeggiata attraverso la Serpentine Galleries in Hyde Park così da poter rientrare verso Notting Hill in hotel, non prima di aver fatto qualche scatto al tradizionale The Churchill Arms pub ricoperto da cascate di fiori. In zona e quindi comodi per il nostro transfer verso Heathrow airport, per il nostro rientro in Italia.

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Sul nostro comodo volo di rientro, già ideavo #nextdestination che sarebbe stata il mese successivo (aprile 2019): la Thailandia. Il racconto arriva presto, serve solo ancora qualche ora di volo. A presto.
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