(RI)PARTIRE DAL MADE IN ITALY: KITON

Kiton ha lo scopo di diffondere l’eleganza e lo stile in tutto il mondo. La missione aziendale è essere il brand preferito dai sofisticati intenditori di ogni generazione. C’è una storia in ogni cucitura, sotto ogni piega, tra le trame di ogni tessuto. Ci sono le mani, il cuore, la passione e l’esperienza di chi ama il proprio lavoro e ha scelto di realizzare i sogni. Kiton significa sartoria, tradizione, bellezza. Kiton è persone, qualità e amore.

La qualità non è una cosa che puoi prendere e lasciare. O fai le cose nel modo migliore possibile, oppure non le stai facendo nel modo Kiton. La Famiglia è inoltre un valore che spicca su tutti gli altri.

Napoli avrebbe potuto iniziare con la M come Mamma oppure con la C come Casa. Napoli ha cresciuto Kiton, e ancora oggi dà un tetto per creare. L’anima cosmopolita Kiton nasce dalla tradizione: fedeli al luogo in cui si è cresciuti, si guarda lontano. Le creazioni viaggiano in tutto il mondo portando con sé il tesoro inestimabile di un luogo meraviglioso, che ancora oggi è la più grande fonte di ispirazione. Pezzi unici da indossare come seconda pelle.

La situazione globale che il mondo sta attraversando ha ovviamente portato a dei blocchi e alla chiusura dei mercati scatenando una grande preoccupazione per l’incertezza mondiale. Un momento non semplice per le aziende che sono ovviamente costrette a riprogrammarsi. Un mare in burrasca in cui si naviga ad occhi chiusi. La sensazione è di precarietà, non indifferente.

Tra le prime cose che Kiton ha previsto già nella prima fase di chiusure programmate è stata l’adozione di misure per mettere e mantenere l’azienda in sicurezza. Si sono poi attese le riaperture graduali dei mercati e le varie reazioni. Questo sarà un atteggiamento di fondamentale importanza da tenere sempre monitorato soprattutto nella fase post coronavirus, quando tutto passerà. La bravura starà nella velocità di capire le nuove esigenze venutesi a formare per essere e mantenersi leader di prodotto nel mondo. Si potrà avere conoscenza e consapevolezza di questa fase quando il consumatore potrà riapprocciarsi al prodotto. Sarà una ri- scoperta on line e quindi per lo più virtuale o riscoprirà il piacere del contatto fisico? La voglia che si percepisce è che tutti hanno brama di rincontrarsi.

Antonio de Matteis, Ceo di Kiton, afferma che: “L’azienda ha sempre svolto un ottimo lavoro e di questo tutti ne sono onorati. Ci sarà un lavoro ancora più duro da portare avanti, di questi tempi, per poter tornare ai ritmi pre pandemia. Il tutto sarà possibile in tempi non brevi ma più verso il 2021/2022. Nel breve termine con mobilità ridotta, distanza e altre misure di contenimento non è pensabile torni tutto come prima in breve tempo”.

Risolleva forse l’umore che “il fatto in Italia” non è mai finito e non ha bisogno di risorgere ma di essere vero e reale, non solo una questione di apporre un’etichetta. Il cliente cercherà sempre più la qualità e la risposta di conseguenza dovrà essere pregna di maggiore consapevolezza e forza. Bisogna essere in grado di imporre autenticità e instillare quindi la fiducia nell’informazione che viene data al cliente finale che giunge direttamente in azienda. I turisti diretti in costiera amalfitana venivano in Kiton prima di passare la vacanza a Capri. Il lockdown sicuramente ha avuto un effetto benefico ossia quello di farci riscoprire la qualità che si base sulle cose semplici.

Kiton come ambasciatore del Made in Italy, del fatto a mano e del fatto su misura.

Italia, quanto sei bella.

Buon viaggio!

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Illustrazione a fondo pagina: © Violetta Pouedras

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